Amici ritratto a Parigi nel 1855 da J. Duboscq. Litografia di R. Hoffmann per la Gallerie ausgezeichneter Naturforscher di G. A. Lenoir
Back Home Home

Skip to english version English version

Approfondimenti


Nota bibliografica PDF Nota Biografica

Biografia di Giovanni Battista Amici

1817-1823 - Microscopio catadiottrico, prime osservazioni sulla Chara e scoperta del budello pollinico - torna all'indice della biografia torna all'indice


Microscopio Catadiottrico Amici per Carlo Passerini (1824) Amici aveva concepito il suo microscopio catadiottrico come applicazione rovesciata di un telescopio newtoniano, guidato dall'idea che «da un telescopio di qualsivoglia forma se ne può trarre un microscopio col solo mettere l'oggetto ove nel telescopio si colloca l'occhio, e trasportando l'oculare nel luogo che nel telescopio occupa l'oggetto» (G. B. Donati). Perfezionato negli anni immediatamente successivi, questo strumento avrebbe riscosso unanime apprezzamento internazionale, tanto che John Quekett scrisse nel suo Practical treatise on the use of the microscope (1848): «a new and most important æra in microscopic science commenced in this country [l'Inghilterra] with the improvement in the reflecting microscope, constructed by Amici in 1815».

Nel 1818 presentò alla Società Italiana delle Scienze le memorie De' microscopj catadiottrici e Osservazioni sulla circolazione del succhio nella Chara, entrambe pubblicate nelle «Memorie di Matematica e di Fisica», Tomo XVIII-1820; l'anno successivo, 1819, la memoria Sopra le camere lucide apparve negli «Opuscoli scientifici» di Bologna.

Firma Amici Modena sul coperchio del catadiottricoIl suo microscopio catadiottrico consisteva di uno specchio riflettore concavo ellittico di circa un pollice di apertura e una lunghezza focale (primo fuoco) di due pollici. Lungo l'asse di questo specchio a circa metà della sua distanza focale era collocato uno specchietto piano a sezione cilindrica inclinato di 45° sull'asse dello strumento, come in un telescopio newtoniano (G. Dragoni). «Questo microscopio», scrisse Hugo von Mohl nel 1863, «superò di gran lunga per nitidezza dell'immagine e potenza d'ingrandimento tutti gli altri microscopi allora esistenti, e sarebbe stato per la scienza di ben maggiore utilità, se avesse incontrato una più larga diffusione e se la sua invenzione fosse caduta in un'età in cui la predisposizione e l'abilità nelle indagini microscopiche non fossero state un fatto raro».

Per quanto riguarda le osservazioni sulla circolazione del succhio nella Chara, nelle quali il costruttore mise subito alla prova il suo strumento, le principali questioni chiarite dalle sue ricerche furono «la dipendenza di questa circolazione dalla serie dei grani di clorofilla, la maggiore velocità di scorrimento del succo in prossimità della parete cellulare che non nella profondità dello spazio cellulare, la mancanza di una parete divisoria tra la corrente ascendente e la corrente discendente, la possibilità attraverso la strozzatura della cellula di dividere la corrente del succo in due separati circuiti» (H. von Mohl).

Disegno del budello pollinicoNel 1822 Amici presentò alla Società Italiana delle Scienze le Osservazioni microscopiche sopra varie piante («Memorie di Matematica e di Fisica», Tomo XIX-1823), in cui era annunciata la scoperta del tubo o budello pollinico. Questa prima osservazione di importanza storica sul processo della fecondazione fu un risultato casuale.

Indagando i peli che si trovano sullo stimma di Portulaca oleracea per vedere se non si vi potesse trovare una circolazione del succo simile a quella che si presenta nelle cellule della Chara, m'imbattei, scrisse Amici,

ad osservare un pelo a capo del quale stava attaccato un grano del pulviscolo, che dopo qualche tempo tutto ad un tratto scoppiò mandando fuori una specie di budello assai trasparente, il quale si stese lungo il pelo, e vi si unì lateralmente. Portando quindi la mia attenzione sopra il nuovo organo comparso, mi rassicurai essere desso un semplice tubo composto di una sottilissima membrana, né fu poca la mia meraviglia in vederlo ripieno di piccoli corpi, una parte de' quali usciva dal grano del pulviscolo e l'altra entrava dopo d'aver fatto il giro lungo il tubo o budello. Esaminando in questo mentre il grano del polline, si vedeva nell'interno di lui un movimento confuso di un'innumerabile quantità di globetti, movimento che in simil modo si osservava ancora entro i vasi dello stimma su cui il pelo ed il budello poggiavano.

Microscopio Dollond-Nairne dell’abate Bonaventura Corti Conservato presso l’Osservatorio Geofisico Dipartimento Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente Università di Modena e Reggio EmiliaScriveva Amici a John Frederick William Herschel il 7 settembre 1826: «Per dargli un’idea della forza comparativa del mio istrumento potrei dirgli, che io possedo il microscopio composto eseguito dal celebre Dollond padre e col quale l’abile fisico Abbate Corti fece le conosciute interessanti osservazioni sulla Tremella, sul movimento del sugo nelle Piante &c &c. L’obbiettivo di vetro che amplifica di più ha una lunghezza focale di 0,1 di pollice. Ora se guardo con questo le penne delle ali della piccola farfalla Papilio Idas che per luce riflessa sono di un color ceruleo, appariscono esse per luce trasmessa di un bel color giallo; io vedo la loro superficie ingrandita perfettamente liscia, e la loro sostanza di una trasparenza uniforme. Ma se le esamino con il microscopio catadiottrico io scopro mediante un’amplificazione di 100 volte soltanto, che le penne sono per lo lungo tutte striate con una perfetta regolarità: ed adoperando l’oculare più acuto cioè 1/20 di pollice, del quale ordinariamente sono corredati i miei microscopi, in allora arrivo a conoscere che le strie in tutta la loro lunghezza sono zigrinate e granose».

Bonaventura Corti, Osservazioni microscopiche sulla Tremella

Bibliografia

H. von Mohl, Giambattista Amici, «Botanische Zeitung», n. 51-1863, trad. it. di A. Meschiari, «Atti della Fondazione Giorgio Ronchi», 2-1999; G. B. Donati, Elogio del Prof. Gio. Battista Amici, Cellini, Firenze 1865; R. Savelli, Giovan Battista Amici, botanico (nel primo centenario della morte), «Quaderni di Storia della Scienza e della Medicina», Università degli Studi di Ferrara, II-1963; G. Dragoni, G.B. Amici: Il microscopio a riflessione. Anticipazioni storiche, caratteristiche tecniche, «Giornale di Fisica», 2/3-1988; A. Meschiari, Edizione Nazionale delle Opere e della Corrispondenza di Giovanni Battista Amici, vol. III, Corrispondenza, Tomo II, Corrispondenti americani, inglesi, irlandesi, Fondazione Giorgio Ronchi, Firenze 2012.

Vai alla biografia 1809-1814 1809-1814 | 1817-1823 Vai alla biografia  1817-1823